Il martedì conclusivo di I MILLE OCCHI

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I Mille Occhi - Festival internazionale del cinema e delle arti assegna questa sera alle ore 20.30 il Premio Anno Uno 2014 al cineasta Tariq Teguia. Il premio, conferito a un cineasta del nostro tempo per un particolare valore d'indispensabilità attribuito dal festival alla sua ultima opera, va a omaggiare quei cineasti del presente capaci di rivelare con la propria opera le criticità del reale, in accordo con la vocazione rosselliniana dei Mille Occhi e dell'associazione da cui è indetto, che ricordiamo intitolata al film Anno uno (1974) di Roberto Rossellini.

La premiazione di Tariq Teguia accompagnerà, sempre dalle ore 20.30, la proiezione del suo ultimo Thwara Zanj, un film che insegue l'anarchia della recente Primavera Araba ibridando fiction, documentario e ricognizione storica, e riconoscendo proprio nella Storia del mondo arabo una culla delle rivoluzioni a venire, vicina alle altre rivolte che infuocano il presente. Ma ancora prima della serata di chiusura, anche l'ultima giornata offre nella mattina e nel pomeriggio un fertile assortimento di film e incontri, in particolare sotto il segno della Titanus, come conferma, alle ore 9.15, il primo spettacolo del giorno - Romolo e Remo (1961) di Sergio Corbucci. Film mitologico dall'impianto western, il peplum di Corbucci è non a caso servito all'aiuto regia e alla seconda troupe che, da cineasti, diverranno fedeli al secondo di questi due generi (Sergio Leone e Franco Giraldi, già omaggiato giovedì 11 settembre, nella sera di preinaugurazione del festival), e presenta, tra i vari motivi d'interesse, anche l'esordio da attrice della cantante Ornella Vanoni, in una delle sue rare apparizioni sul grande schermo. A seguire, il tributo dei Mille Occhi a una personalità amica e ispiratrice come il cinefilo d'origini palestinesi Angelo Raja Humouda (1937-1994), fondatore della Cineteca D. W. Griffith di Genova: sulla sua fondamentale figura si vedrà il documentario Angelo della cineteca: Griffith, A. R. Humouda e noi realizzato nel 1980 da Enrico Ghezzi e Marco Salotti, ma trasmesso in tv solo nel 1994, alla morte di Humouda; il film contiene peraltro nella sua interezza il corto The Adventures of Dollie (1908) di David Wark Griffith, il regista a cui Humouda intitolò la Cineteca di sua fondazione.

In tarda mattinata torna invece il cinema necessario e irriducibile di uno dei maggiori cineasti italiani, Franco Maresco, il cui ultimo Belluscone - Una storia siciliana è nelle sale proprio in questi giorni. Dopo il Premio Anno Uno 2013 per Io sono Tony Scott - Come l'Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz (2010), il cineasta palermitano verrà nuovamente ricordato dal programma dei Mille Occhi con l'anteprima assoluta di "Lucio" di Franco Scaldati, dal suo spettacolo teatrale su testo di Scaldati, attore e drammaturgo recentemente scomparso. Sentito omaggio di un regista visionario a uno dei poeti più evocativi della sua terra, nonché amico e maestro, Lucio è un dialogo tra cinema e teatro incluso dai Mille Occhi in La celluloide e il marmo, il percorso del festival che, richiamando il celebre scritto di Eric Rohmer, si vuole dedicare allo scambio tra cinema e altre arti, da sempre uno dei punti essenziali del festival.

Anche le visioni pomeridiane rivelano da subito, alle ore 14.30, una riscoperta d'eccezione: trattasi del bellico La grande strada (L'Odissea di Montecassino) (1948), diretto da Michal Waszynski con il contributo di Vittorio Cottafavi. Il film, appena ritrovato e ancora da restaurare, sarà presentato in anteprima da Sergio Toffetti, direttore dell'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa di Ivrea. A seguire, due spassose pellicole inserite nel percorso Una lupa dentro. Lo scudo rifrangente della Titanus, la prima delle quali è il bellico/parodistico Il giorno più corto (1963) di Sergio Corbucci, un curioso caso di film all stars dove 88 attori celebri (molti dei quali presenti per il tempo di una sola battuta) recitano gratis con lo scopo di dar vita a un kolossal comico di richiamo che potesse risollevare la Titanus da una grave crisi finanziaria.

Nel mondo della canzone napoletana è invece ambientato il secondo film Titanus del pomeriggio, Io, mammeta e tu (1958) di Carlo Ludovico Bragaglia, una commedia oggi da riscoprire, ispirata all'omonima canzone di Domenico Modugno (che vi recita insieme a Marisa Merlini) e sceneggiata con lo scrittore e cineasta napoletano Riccardo Pazzaglia, che di Modugno fu anche paroliere. La proiezione di Io, mammeta e tu è idealmente dedicata al mestiere in via d'estinzione del proiezionista di cabina, e si accompagnerà alla presentazione di un progetto in tema del collaboratore Fulvio Baglivi, ricercatore presso la Cineteca Nazionale di Roma e redattore di Fuori Orario.

E con l'influente programma cinefilo di Rai Tre avrà a che fare anche l'ultimo appuntamento del pomeriggio, consistente nella presentazione del recente volume d'interviste a 50 cineasti contemporanei, Atlante sentimentale del cinema per il XXI secolo dei collaboratori di Fuori Orario Alberto Momo e Donatello Fumarola, il secondo dei quali parteciperà alla presentazione triestina del libro. Infine, in seconda serata, dopo la proiezione di Thwara Zanj alla presenza dell'autore (nuovamente in collaborazione con Fuori Orario), il festival non poteva trovare una conclusione migliore del crepuscolare Malinconico autunno di Raffaello Matarazzo (1958), ultimo mélo Titanus della coppia Sanson/Nazzari, venato da un'insolita e delicata ironia.

 


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