Il presidente in visita alle Ardeatine

Dato che i simboli contano, la scelta del nuovo presidente della repubblica Sergio Mattarella di fare come primo gesto una visita alle Fosse Ardeatine non poteva essere più forte. Lo diciamo nel nostro piccolo di "mille occhi", che da tempo stanno dedicando un omaggio a Emanuele Caracciolo, cineasta italiano ucciso nel carnaio delle Ardeatine. Alla precedente edizione ne abbiamo presentato l'unica regia Troppo tardi t'ho conosciuta!(restaurata dal Museo del cinema) alla Sala Trevi e vi abbiamo dedicato un testo in catalogo. Nell'ambito della rassegna Titanus curata a Locarno si è presentato il film sceneggiato da Caracciolo La carne e l'anima, capolavoro riscoperto restaurato dalla Cineteca Nazionale, e il film collettivo Giorni di gloria che contiene le immagini delle Ardeatine. Anche occupandoci di prima guerra mondiale, abbiamo recentemente sottolineato nelle Fosse Ardeatine (con Auschwitz e gli altri campi nazisti) l'esito finale di quell'universo di morte organizzata che iniziava nelle trincee della "grande guerra" (così emblematicamente riprese da Luca Comerio) e che trovò nell'"interguerra" in un film come Gloria. Apoteosi del soldato ignoto l'immagine più rivelatrice. Con la rivista-editrice Cinemasud, che ha pubblicato un volume di scritti di Caracciolo e ha in uscita la sua biografia, prepariamo un omaggio più organico che si realizzerà quest'anno. Il gesto del nuovo presidente ce lo fa sentire vicino alla scelta dreyeriana che sta alla base del nostro rapporto col cinema unendosi a uno dei momenti più alti di Rossellini, quando in Europa '51 Ingrid Bergman chiede (con quella domanda che va da Nikolaj Fedorov a Simone Weil e che per il cinema diventa essenziale) che anche le presenze del passato rivivano. Nell'azione politica il ritorno di questa domanda è una necessità.  

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