Cuori solitari

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16.15

Premio Anno uno. Franco Giraldi, un maestro del cinema europeo

dietro l'angolo

Cuori solitari Franco Giraldi, 1970, 121'.

alla presenza di/with Senta Berger

 

Regia: Franco Giraldi; soggetto: Ruggero Maccari; sceneggiatura: R. Maccari, F. Giraldi; fotografia: Dario Di Palma; montaggio: Franco Arcalli; musica: Luis Bacalov; interpreti: Senta Berger, Ugo Tognazzi, Silvano Tranquilli, Clara Colosimo, Edda. Ferronao; produzione: Mega Film; origine: Italia, 1970; formato: 35mm, col.; durata: 121'.

Copia 35mm da Cineteca del Friuli.

«"Giovani sposi, moderni, cercano con- tatti con altre coppie per naturismo e fotografia"...: una coppia che ha ormai poco da dirsi decide, per iniziativa dell'uomo, di fare un viaggio esplorativo nel mondo dello swapping. Tipica situazione da commedia di costume all'italiana che, però, durante il suo sviluppo si trasforma in uno studio di caratteri: il gioco pruriginoso cessa di reggere dal momento in cui l'uomo si rende conto che tra le regole c'è anche la parità di condizione dei due sessi. Il dramma viene evitato facendo finta di non vederlo, aggrappandosi cioè all'ancora di salvezza fornita dall'ipocrisia. Si presume perciò che i due vivranno insieme più contenti di prima, avendo scoperto i vantaggi della malafede. Questo è, in succinto, il soggetto e il sugo di Cuori solitari, sesto film di Franco Giraldi. Giraldi è un autore colto, che proviene dalla critica e, per di più, dalla critica militante. Per affermarsi ha scelto la strada più lunga: il tirocinio tecnico compiuto come assistente di esperti registi (De Santis, Zurlini, Leone, ecc.); la direzione della seconda troupe (Le soldatesse, Per un pugno di dollari); infine, la regia. Ma una regia quanto mai modesta, anonima, di un western casereccio, firmato con uno pseudonimo anglosassone (7 pistole per i MacGregor) di Frank Grafield. Poi i western di Frank Grafield sono divenuti western di Franco Giraldi, hanno raccontato storie romantiche e disperate (con sottofondo musicale di Gustav Mahler), hanno cercato scenari inediti nella ormai logora Sierra spagnola. Infine sono usciti dalla comune, lasciando il posto ai film propriamente detti (La bambolona e questo Cuori solitari)».

Callisto Cosulich, Swapping all'italiana, «Cinema 60», n. 77, luglio-agosto 1970 

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