Tecnica mista - Omaggi a Dino Buzzati e Italo Calvino

Mentre quest’anno ci occupiamo del rapporto tra Leonardo Sciascia e il cinema, ecco due code a due retrospettive che han segnato il programma di I mille occhi degli ultimi anni: quella dedicata a Dino Buzzati e quella incentrata su Italo Calvino. Due film in tecnica mista, animazione e live action, come a traslitterare il corpo a corpo che li muove, quello tra cinema e letteratura. Con l’anteprima di Orfeo di Virgilio Villoresi, appena dopo la presentazione alla Mostra del cinema di Venezia, portiamo a Trieste l’esordio completamente autoprodotte di un regista premiatissimo in ambito pubblicitario (e attesissimo al cinema, dopo la retrospettiva dedicatagli da Annecy in Francia, il maggior festival di cinema animato del mondo) che lavora con la stop motion, certo, ma soprattutto prova a riattivare i fantasmi di tecniche e tecnologie che han fatto crescere il cinema, da quelle che l’han preceduto (il pre-cinema) sino a quelle dei registi sperimentali che si sono mossi ai margini e han spostato i suoi confini: non solo un romantico, sognante, allucinato adattamento di Poema a fumetti di Buzzati, ma anche un museo vivente del cinema meno appiattito, omologato, ridotto a copia di se stesso che possiamo immaginare e ricordare. E poi Il cavaliere inesistente di Pino Zac, surreale follia a tecnica mista firmata da un animatore che veniva dalla satira, ovvero dalla corrosiva rivista “Il male”, e che qui, in quest’opera recentemente restaurata, si confronta con Italo Calvino, che riconobbe lo spirito del suo lavoro nonostante le libere forme in cui prendeva vita su grande schermo.
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