Il portiere di notte

Regista - Director: 
Immagine: 
IlPortiereDiNotte2.jpg
Anno - Year: 
1974
Soggetto - story: L. Cavani, Barbara Alberti, Amedeo Pagani; sceneggiatura - screenwriters: L. Cavani, Italo Moscati, B. Alberti, A. Pagani, Raffaele Mottola; fotografia - cinematography: Alfio Contini; montaggio - editing: Fran­co Arcalli; scenografia - set design: Jean-Marie Simon, Nedo Azzini; musica - music: Danièle Paris; interpreti - cast: Dirk Bogarde, Charlotte Rampling, Philippe Leroy, Gabriele Ferzetti, Isa Miranda, Marino Masé, Amedeo Amodio, Piero Mazzinghi, Giuseppe Addobbati, Nora Ricci, Nino Bignamini, Geoffrey Copleston; produzione - production: Robert Gordon Edwards per Lotar Film; origine - origin: Italia, 1974; formato - format: 35mm, col; durata - length: 120’.
Copia 35mm (nuova ristampa in anteprima) della Cineteca Nazionale.

«Credo che in ogni ambiente, in ogni rapporto, ci sia una dinamica vittima-carnefice più o meno chiaramente espressa e generalmente vissuta a livello non cosciente. Il grado di maturità di ciascuno fornisce un freno più o meno consistente a questa carica che resta più o meno repressa. La guerra non fa altro che da detonatore: allarga il campo del­le possibilità e dell’espressione, rompe i freni, apre le dighe. I miei protagonisti attraverso la guerra hanno rotto i freni e vivono lucidamente i loro ruoli. Si tratta di ruoli scambievoli. È un rapporto, dicevo, dinamico tra vittima e carnefice: c’è una escalation in ciascuno dei due ruoli e uno finisce per sfumare nell’altro, finché le parti si capovolgono e il mutamento ricomincia. La guerra è dunque il detonatore del sadomasochismo che c’è latente in ciascuno di noi; quando c’è la guerra lo Stato mo­nopolizza la carica sadomasochistica dei suoi cittadini, la scatena e la utilizza legalizzandola. Diventa così pos­sibile essere vittime e assassini con le carte in regola. [...] Mi è stato chiesto diverse volte nel corso di interviste sul set se quello che stavo facendo era un film politico. Rispondevo di no. Non lo è dal momento che è diverso dai film così definiti. Non tratto personaggi noti né fatti di cronaca precisi, tratto di una condizione, quella nazista. I film politici sono in genere liberatori: quei fatti sono finiti, quei personaggi non ci sono più, quella situazione è là ma non qui, adesso tutti lo sappiamo nessuno ci può fregare. Nei film politici il bianco è ben distinto dal nero. È invece interessante per me considerare le diverse sfumature del grigio [...]. Perché ritengo che l’uomo è ambiguo ed è ambigua la storia, il mio film non è liberatorio come lo sono i film politici».
Liliana Cavani, Il portiere di notte,
Einaudi, Torino 1974

«Il film Portiere di notte di Liliana Ca­vani è una prova definitiva di grande maturità e sapienza del suo autore che io stimo già da opere precedenti come I cannibali e Milarepa. Portiere di notte è un film straziante crudele e terribile che ti lascia senza fiato − recitato alla perfezione da tutti e specialmente dai due magnifici protagonisti Dirk Bogarde e Charlotte Rampling e infine da Isa Miranda e Philippe Leroy. È un film co­struito con rara sapienza ed equili­brio ed è un film che rimarrà come un’altra atroce testimonianza del nazismo. Spe­ro che presto l’opera di Liliana Ca­vani esca senza tagli e senza assurdi interventi per tutti i pubblici del mondo. E sono sicuro del suo successo ovunque». (Luchino Visconti)

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