2018

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La rosa rossa

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Ore 16.30

 

Premio Anno uno. Franco Giraldi, un maestro del cinema europeo dietro l'angolo

La rosa rossa Franco Giraldi, 1973, 93'.

La storia si snoda nel periodo tra le due guerre. In un paese friulano fa ritorno un nobile ufficiale, partito trent'anni prima. Assieme a lui ricompaiono molti ricordi: primo fra tutti quello di una rosa rossa che un'ignota innamorata poneva tutti i giorni nella sua camera. Il gesto si ripete e l'uomo muore. Nessuno riesce ancora a capire chi sia la misteriosa ammiratrice.

«Poche settimane prima della sua morte prematura, in una poesia datata 9 marzo 1965 e inserita nella raccolta postuma Al sole e al vento, Pier Antonio Quarantotti Gambini rivisitava personaggi e ambienti del suo romanzo giovanile La rosa rossa [...].

 

Amor sacro, Amor profano

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Ore 18.30

 

Tutti i colori dell'amore. Eckhart Schmidt e l'Italia come seduzione femminile

Amor sacro, Amor profano Eckhart Schmidt, 2017, 91', anteprima internazionale.

alla presenza di/with Eckhart Schmidt, Sara Marrone, Marilina Marino

 

Ispirato al famoso dipinto di Tiziano, è la storia di due fidanzate e un amante, con una soluzione mortale...ziano. Ci mostra la ragazza dell'Amor sacro nuda e la ragazza dell'Amor profa no vestita. L'Amor profano ruba il ra gazzo e i soldi dell'Amor sacro. È la notte della verità, che si conclude con un delitto. È un gioco a due infernale, ed è stato

grandioso come Marilina e Sara sono diventate parte di questo gio co. (E.S.)

L'harem

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LUNEDÌ 17 SETTEMBRE

 

Ore 21.00

 

Un certo anno. 68 tra 67 e 69

L'harem Marco Ferreri, 1967, 96'.

con una testimonianza su/featuring a commentary on Carroll Baker di/by Eckhart Schmidt

Una donna seducente spinge tre uomini al loro limite giocando con i loro desideri sessuali e con l'orgoglio maschile.


«Probabilmente è nell'Harem che si manifesta più nitidamente il processo che Marco Ferreri ha intrapreso contro se stesso, contro il tipo di cinema che ave- va praticato dal suo debutto nel 1958 con El Pisito, contro la carica di natura- lismo che si trascinava dietro da allora [...]. Della sceneggiatura (scritta assieme ad Azcona), che raccontava prolissa- mente le relazioni simultanee di Margherita, architetto a Milano, con cinque tipi di uomini diversi, e la sua elimina- zione per mano degli stessi, in complotto contro la donna che tenta di comportarsi come loro non soltanto sul piano professionale ma anche su quello sentimentale; di questa satira che volevao 

Don Giovanni di Carmelo Bene

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LUNEDÌ 17 SETTEMBRE

Ore 22.40

Don Giovanni Carmelo Bene, 1970, 70'.

anno dello spettatore (di un certo spettatore) dei due precedenti film di Carmelo Bene, frustrato di fronte al bianco-nero che ricopre, immiserendole, delle forme lussuose; rifiuto di questo stesso spettatore, incapace di vedere non già al di là ma entro le stesse apparenze di un cinema ciò che le sostiene, miseria e morte. [...] Nella "premessa" un narciso si guarda allo specchio, si rivolge a uno spettatore che lo rifletta fedelmente (Don Giovanni espone il proprio mito concluso nella forma di un catalogo delle maschere; Carmelo Bene riassume il proprio cinema come lusso di apparenze e d'inganni); nel "testo" un regista/attore non si contenta più del riconoscimento, vuole essere conosciuto (da sé, da altri: le due cose non possono più essere disgiunte). Il testo, a tal fine, genera le condizioni per la propria messa in crisi nella forma di un elemento di disturbo: un "personaggio" che crei ostacoli al libero scorrere di una narrazione che sembrerebbe scontata fin dall'inizio (la ultima variazione del Teatro). 

Texas selvaggio

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Martedì  18 settembre

 

9.30

Fiori nel fango. Gemme Universal e Republic

 

 

Texas selvaggio Edward Ludwig, 1947, 95'.

 

«La Republic ha apparentemente ascoltato i suggerimenti dei molti azionisti che spingevano per realizzare produzioni di prestigio, investendo budget importanti sui generi già collaudati dalla società. Texas selvaggio è un western nel pieno senso della parola e, come tale, rientra perfettamente nel percorso della Republic. Ma è anche, ovviamente, un progetto dispendioso, che con un cast guidato da William Elliott, John Carroll e Catherine McLeod sembra adatto per le sale di prima visione [...]. La storia vede Elliott e Carroll nel ruolo di due ufficiali confederati che ritornano in Texas dopo la guerra e trovano la propria terra controllata dai profittatori del nord e da una dispotica polizia di Stato. Per vendicare la morte del padre per mano di alcuni poliziotti, Carroll li affronta in una sparatoria e si vede costretto a fuggire sulle montagne. Elliott lo segue e i due iniziano una crociata contro la polizia. 

Je suis Simone

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Martedì 18


11.15 

Je suis Simone Fabrizio Ferraro, 2009, 82'.

alla presenza di/with Fabrizio Ferraro

 

Il diario del lavoro in fabbrica della filosofa francese Simone Weil che a venticinque anni dal 4 dicembre 1934 al mese di agosto del 1935 prende un anno sabbatico, lascia la scuola e gli studi per entrare come operaia, impiegata alle presse, nell'azienda elettrica Alsthom di Parigi. Un'esperienza alla base del volume La condizione operaia. La cronaca delle sue giornate è accompagnata visivamente da un continuo alternarsi di ambienti interni, scuri, e dei paesaggi urbani dell'Île Seguin (periferia sud di Parigi), con una particolare attenzione ai cantieri e alle fabbriche. Da La condition ouvrière di Simone Weil.

L’ultimo ponte (Nikad vise)

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Martedì / Tuesday 18

14.30

Castelli di sabbia, II. L'ultimo ponte (Nikad vise)

con la presentazione di/introduction by Diana Nenadic´


Most Ivan Martinac, 1977, 9'17'' 8 ft. 96 inq.

 

Il corto sperimentale continua la tradizione del "film puro" [čisti film], chiamato anche antifilm, che utilizza la camera fissa, cioè la fissazione in senso ampio. 


Pismo iz Hrvatske Mihovil Pansini, 1991, 42'23''.

 

Nel 1993 lo sperimentalista Ivan Ladislav Galeta (1947-2014) nella sua lingua madre, l'ungherese, racconta l'atmosfera di tristezza e nonsense che regna attorno a lui, chiedendosene il perché.


Zadar nije za dar Zdravko Mustac´, Vlado Zrnic´, Vedran Cupic´, Dusko

Brala, 1992, 74'.

. C'è sa pore d'avanguardia e di sperimentalismo croato nel lungometraggio Zadarnije za dar firmato da quattro autori, tra cui Zdravko Mustać, autore del documentario Martinac



Cécile Decugis

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Martedì  18

17.00

Cécile Decugis, il montaggio della vita

La distribution de pain Cécile Decugis, 1957-2011, 14'.

Il film, con il primo titolo di Les Réfugiés, è stato realizzato da Cécile Decugis e dal regista tunisino Hedy Ben Khalifa nel giugno del 1957 e commissionato dalla giovane repubblica tunisina, che lo ha presentato all'ONU, al momento della sua ammissione nel novembre di quell'anno, per richiedere aiuti. È girato nella ‘zona vietata' dove si raggruppano i rifugiati, che serve anche come base dell'ALN (Armée de libération nationale). Quando, circa una dozzina d'anni or sono, Decugis ritrova il negativo (senza sonoro) di Les Réfugiés, decide di riprenderlo, aggiungendo un nuovo commento, che lei stessa legge, e si prende la libertà di reinterrogare le immagini del 1957.

Il duce a Trieste

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Il Duce a Trieste 

18.00



Nell'ambito del festival I Mille Occhimartedì 18 settembre sarà presentato alle ore 18.00 presso il Teatro Miela il documentario Il Duce a Trieste (1938), realizzato dall'Istituto Luce per documentare lo storico discorso con cui venivano annunciate le leggi razziali
La proiezione nasce come evento parallelo organizzato in occasione dell'ottantesimo anniversario della visita di Mussolini a Trieste, a cura dell'Istituto regionale per la storia della Resistenza dell'Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con Istituto Luce Archivio della Resistenza di Torino, con interventi dello storico Marcello Flores e dell'archivista Paola Olivetti.In allegato alcune immagini del film e a seguire la presentazione scritta dal direttore del festival Sergio M. Grmek Germani.

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