Premio Anno Uno a Thomas Harlan

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In un’opera di pochi titoli realizzati ma di infinita profusione creativa e di vita, Thomas Harlan, cineasta, scrittore, triplo agente di rivoluzioni planetarie, è stato autore di un cinema indispensabile, che unisce: l’amore e l’intransigenza. È noto che Thomas Harlan seppe contenere l’amore per suo padre Veit nell’accanita persecuzione delle sue responsabilità storiche (come di quelle di tutti i criminali nazisti, fino alla Risiera di San Sabba, di cui si parla in un libro di Thomas Harlan e nel suo film-intervista). Il cinema di Thomas segue sentieri incancellabili, in cui le esperienze umane trovano nell’agire storico una sospensione nel reale. La rarità del cinema di Thomas Harlan è segno di un’insostenibilità per l’autore stesso.

Il suo ultimo film Souvenance, che viene proposto subito dopo la premiazione, ha già vent’anni ma appartiene a un tempo ancora ignoto.

Alle ore 14.30 Jacques Baratier, recentemente scomparso e protagonista con la sua opera di diverse edizioni dei Mille ochhi, viene omaggiato con la proiezione del suo Mon île était le monde.

L’ultimo film del percorso “Germania Anno Zero” curato da Olaf Möller è Die Rote, che vede tra i protagonisti Giorgio Albertazzi.

Chiude quest’edizione del festival alle ore 23 circa I nostri sogni, commedia del ’43 diretta da un’altra delle figure più presenti nei nove anni dei "Mille occhi": Vittorio Cottafavi, che avvalendosi dell’interpretazione di Vittorio De Sica sigilla l’epilogo, per il 2010, della manifestazione.

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