I figli di nessuno. Simone Starace

Storia di una minorenne.jpg

Lunedì 21 settembre 2015 Teatro Miela

dal percorso I figli di nessuno. Film raccolti da Simone Starace

ore 16.15 LA RAGAZZA DI SAN PIETRO

1958, 3'

Avventure e disavventure di un vedovo e dei suoi figlioli, venditori di oggetti sacri in piazza San Pietro a Roma.



STORIA DI UNA MINORENNE

ore 16.00

Regia: Piero Costa

Trama e giudizio dalla revisione cinematografica preventiva (30 novembre 1955): «La diciottenne Rossana, che vive con i ricchi genitori in una lussuosa villa, conosce casualmente un giovane pianista, Aldo, che suona, la sera, in un locale notturno, mentre, di giorno, fa il disegnatore in una fabbrica. Rossana e Aldo simpatizzano e ciò provoca l'ira di Giorgio Bernasconi, giovane figlio di un industriale, che pretende sposare Rossana. Il padre di Giorgio è però contrario a queste nozze in quanto vorrebbe che il figlio sposasse un'altra ragazza, figlia di un industriale concorrente. Onde dissuadere il figlio dallo sposare Rossana, Bernasconi gli rivela una grave notizia sul conto della ragazza (notizia avuta da un segreto informatore privato): Rossana non è la figlia dei coniugi Sandri. La bimba fu adottata in un orfanotrofio, abbandonatavi da una donna, Maria Capuano, che ora vive in un baraccone di circo equestre... [...] Il lavoro si svolge secondo uno schema fumettistico e rielabora temi e motivi già ampiamente sfruttati in precedenti pellicole a carattere popolaresco. Nulla di nuovo quindi in questa sceneggiatura elaborata, però, con un certo ordine e senso del mestiere pur nella convenzionalità del racconto. Niente vi è da rilevare sotto il profilo della censura. Va sottolineato però il titolo del film (Storia di una minorenne), titolo non censurabile, ma che vorrebbe lasciare intravedere una materia spettacolare scabrosa e piccante. Il che, poi, nella sostanza non si verifica. Ma l'uso di tanto titolo è certamente un indice della mentalità di certi produttori».

«Costa fa un mezzo sorriso: dice che per lui è molto più facile far venti inquadrature in un giorno che parlare cinque minuti di sé [...]. Piero Costa è nel cinema dal 1929. Ha iniziato la sua carriera in Francia dato che, essendo nato in Africa, suo padre, che allora dirigeva il quotidiano italiano "L'Unione" di Tunisi, ebbe occasione di conoscere un produttore francese che stava girando un film di ambiente coloniale, al quale parlò della passione del figlio per il cinema. Così, in una fredda mattinata di febbraio di quello stesso anno, Costa lasciò Tunisi e si trasferì in Francia con la troupe della EPAC di Nizza per giocare la grande carta della sua vita. Una volta sulla Costa Azzurra ebbe la fortuna di conoscere, negli studi della Franco Film, il grande regista americano Rex Ingram, [...] che in breve volger di tempo lo chiamò quale assistente prima ed aiuto regista poi per i film Mare Nostrum, The Garden of Allah e Baroud. Dal 1929 al 1939 Piero Costa [...] fu l'aiuto dei più grandi registi europei di quell'epoca in trentasette film, tra i quali ricorderemo Le Million di Clair, Quartiere Latino di Genina, La femme et le fantin di de Baroncelli, Kermesse héroïque di Feyder, Vénus di Mercanton, Le diable blanc di Wolkoff, ecc. Fu appunto nel 1939 che fece il gran salto: passò, cioè, alla regia. L'EPAC, che da Nizza si era trasferita a Marsiglia, gli diede l'incarico di dirigere À la poursuite d'un coeur, film tratto da un suo stesso soggetto. Il debutto fu alquanto felice perché il film ebbe successo e subito dopo venne chiamato a Parigi per la regia di Dis moi la vérité con Suzy Vernon e Jean Marat protagonisti. Ma la guerra bussava alle porte. [...] Costa lasciò la Francia per venire a stabilirsi a Roma, in quel tempo mecca del cinema europeo. L'inizio fu duro poiché nessuno conosceva Costa e Costa conosceva nessuno. Il giornalista Orio Vergani, vecchio amico di famiglia, lo presentò a produttori, registi, attori, nell'intento di appianargli la strada. Infatti, sapendolo a conoscenza di usi e costumi d'Africa, il produttore Sansoni dell'Europa Film gli diede incarico di dirigere, in Africa, I predoni del Sahara, dal romanzo del Salgari. Ma dopo le riprese eseguite in Tripolitania, la troupe rimase bloccata laggiù poiché né gli aerei né le navi facevano più servizio passeggeri. Rientrato in Italia realizzò quattro documentari tra i quali Santa Cecilia, Castel Gandolo e Golfo Paradiso, recentemente acquistato dalla televisione americana. Ritornò alla regia di film a lungo metraggio con Aereoporto, distribuito dall'ENIC, I figli della laguna, prodotto e distribuito dalla Scalera Film [completato e firmato da Francesco De Robertis], Ombre sul Tevere [alias L'ultima gara] (Diana), La barriera della Legge, La catena dell'odio (RKO), Storia di una minorenne (Filmar). [...] "Sono in trattative con una importante Casa cinematografica romana per realizzare un film in Somalia, a colori e in Cinemascope, con Amedeo Nazzari e Gino Cervi protagonisti, film tratto anch'esso da un mio soggetto: Febbre nera. È la storia di una missione di medici italiani che si reca nel cuore dell'Africa per debellare il male dal quale, appunto, è tratto il titolo del film. Il Governo somalo mi ha già promesso l'appoggio più incondizionato, tanto che si parla di mille cammellieri e tremila comparse. [...] Mio fratello, Claudio Costa, è già sul posto per un primo sopralluogo ed ha già girato qualche migliaio di metri di pellicola"».

G.D.L., Quattro chiacchiere in Piazza col regista Piero Costa, «Gazzettino Sera», 10-11 dicembre 1956

 

Rossana è cresciuta nella casa dell'industriale Sandri, del quale ella crede di essere la figlia: in realtà l'uomo e sua moglie l'hanno sempre trattata come tale. Il figlio di un altro industriale s'innamora di Rossana, la quale però, essendo infatuata di un musicista, non ricambia l'amore del giovanotto. D'altra parte anche il padre del ragazzo è contrario alle aspirazioni sentimentali del figliolo e per indurlo a rinunciare al suo sogno d'amore, gli rivela che Rossana non è la figlia di Sandri. Quando aveva appena un anno, Rossana è stata abbandonata da sua madre...



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