Anton Germano Rossi chiude I Mille Occhi

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A chiusura di questa ventesima edizione dei Mille Occhi CANTABIT VACUUS: L'HAPAX LEGOMENON DI ANTON GERMANO ROSSI o le lacune canteranno: il film-eccezione di un umorista d'avanguardia.

La serata di sabato 26 marzo, ore 23, vede la proiezione dell'unico film da regista di A.G. Rossi, "Il ladro" (1939), supervisionato da Matarazzo e montato da Poggioli, tra i rarissimi casi di grottesco afascista nel cinema del Ventennio. Sopravvissuto incompleto di parte del sonoro, mentre di circa un quarto ne rimane solo la voce, il "controfilm" di Rossi è una farsa paradossale e rigorosa che mette in scena la vicenda kafkiana "al contrario" di un ladro che pretende di venir denunciato dall'uomo ordinario che ne ha sventato il borseggiamento, quando ormai la refurtiva è stata restituita e non vi sono più prove del furto. Anche tra le lacune del suo supporto, il film rivela Rossi come l'avanguardista segreto e raffinato che fu: protagonista pressoché unico di una via italiana al teatro dell'assurdo, adombrato dal coetaneo e più celebre Achille Campanile, instancabile animatore e fondatore di giornali, Rossi vantava un ingegno narrativo fuori dal comune e memore delle più radicali sperimentazioni futuriste, dalla cui dirompente "antinarrativa" prese poi forma la più popolare contronovella. Il film è accompagnato da altre due esplorazioni del Rossi più letterario e obliquo: il cortometraggio di Pietro Germi a cui Rossi presta la voce di commento, "Scrittori e poeti anglosassoni a Roma", testimonianza del sodalizio culturale con gli Alleati insediatisi a Roma; e il controfilm in progress di Ilaria Pezone e del curatore Dario Stefanoni, "Solo chi ha le tasche vuote può cantare in faccia al ladro", tentativo di mapparne vita e opera nella semiseria forma di seduta necromantica.


"La contronovella voleva essere la satira di un mondo fossilizzato; quando furono scritte, cercavano di rendere quel qualcosa di staccato e di automatico che si era formato nel sentimento della gente, volevano sintetizzare l'esasperato convenzionalismo che era in ogni gesto e in ogni atto della società, che per tre quarti sulla via della pazzia, si credeva perfettamente sana."

(Anton Germano Rossi)

La riscoperta del grande umorista Anton Germano Rossi, apprezzato da critici e artisti eterogenei come Guido Ceronetti e Dario Fo, s'interroga sul suo unico film "Il ladro", tra i più censurati del cinema d'epoca fascista e oggi giuntoci in forma frammentaria, nonché sulla forma della "contronovella" che rese celebre lo scrittore parmense, sintetica e grottesca freddura dialogica apparsa originariamente in serie sulle pagine del giornale satirico "Marc'Aurelio" e poi raccolta in volume, con enorme successo, nel 1934.

Ad aprire e a chiudere il programma, una "contronovella" per sola voce appositamente letta e recitata da Antonio Rezza.



- Il ladro (1939, 55') di Anton Germano Rossi
- Scrittori e poeti anglosassoni a Roma (1947, 10') di Pietro Germi, con voce a commento di A. G. Rossi

- Solo chi ha le tasche vuote può cantare in faccia al ladro (2022, 35') di Ilaria Pezone e Dario Stefanoni, con parole e omissioni di A.G.Rossi

 

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