Freda Riccardo

Nato ad Alessandria d'Egitto nel 1909, studia legge a Milano ma si interessa di arte, soprattutto di scultura, divenendone anche critico per il giornale "Il Popolo di Lombardia": al cinema arriva dopo aver frequentato il Centro Sperimentale a Roma nel 1933, iniziando come sceneggiatore (fra gli altri di Goffredo Alessandrini, Giacomo Gentilomo e Raffaello Matarazzo). Il suo esordio nel 1942, Don Cesare di Bazan, è già una matura poetica in atto: cinema spettacolare, autenticamente popolare, raffinato nella ricostruzione d'ambiente, curatissimo nella forma ed innovativo nella messa in scena, soprattutto nelle scene di massa, padroneggiate con maestria. Negli anni del neorealismo e dell'impegno Freda stravince al botteghino con i suoi scoppiettanti cappa e spada Aquila nera (1946), Il cavaliere misterioso (1948), Il figlio di D'Artagnan (1949); reinventa il rapporto letteratura-grande schermo con I miserabili (1948), Il conte Ugolino (1949), Agi Murad, il diavolo bianco (1959) arrivando a diventare il cineasta più pagato d'Italia. Fonda i generi che faranno il successo del il cinema italiano degli anni a venire: il peplum (Spartaco, 1953; Teodora, imperatrice di Bisanzio, 1953), l'horror (I vampiri, 1956; L'orribile segreto del dr. Hichcock, 1962; Lo spettro, 1963), la fantascienza (Caltiki, il mostro immortale, 1959), lo storico avventuroso (Le sette spade del vendicatore, 1962; Il magnifico avventuriero, 1963), il thriller gore (L'iguana dalla lingua di fuoco, 1970; Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea, 1972; Murder obsession, 1980). Dopo una lunga vita vissuta sempre in polemica con la cultura patetica ed ideologica del nostro paese, muore a Parigi nel 1999.

 

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