Tavernier Bertrand

Nato a Lione nel 1941, dopo studi di legge ha iniziato la sua carriera come critico cinematografico, privilegiando il cinema americano cui ha dedicato importanti studi. Dopo un paio di cortometraggi realizzati nel 1964, Tavernier esordisce nel lungometraggio nel 1974 con L'horloger de Saint-Paul (1974) che è già tutto un programma per i suoi film a venire: poco resta delle sperimentazioni stilistiche della nouvelle vague, semmai una sceneggiatura di ferro scritta addirittura da Aurenche e Bost.a partire da un romanzo dell'ormai classico Georges Simenon, rigore e raffinatezza linguistica e preciso interesse per la direzione degli attori (Philippe Noiret sarà spesso protagonista dei film di Tavernier, tra i quali spicca l'ottimo Coup de torchon, 1981), cura per una perfetta ricostruzione ambientale e insistito contenutismo sociale e psicologico. È un cinema realistico e nazional-popolare, attento alla Francia provinciale (Une semaine de vacances, 1980) e a quella cittadina (L.627, 1992), alla sua storia più lontana (Que la fête commende, 1975; Le Juge et l'Assassin, 1976; La Passion Béatrice, 1987), a quella del ‘900 e i suoi conflitti (La Vie et rien d'autre, 1989; Capitaine Conan, 1996; Laissez-passer, 2002), al suo amaro presente (L'Appât, 1995), al suo inquietante avvenire (La Mort en direct, 1980). Innamorato dell'America e dei suoi miti (Mississippi Blues, 1983, con Robert Parrish; Round Midnight 1986), Tavernier ha realizzato forse i suoi film migliori quando ha temperato le ambizioni e ha saputo cogliere con grande sensibilità l'intimo dei suoi personaggi (Un dimanche à la campagne, 1984; Daddy nostalgie, 1990).

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