Vivere ancora

Regista - Director: 
Anno - Year: 
1943

Soggetto: L. Longanesi; sceneggiatura: L. Longanesi, Ennio Flaiano, Steno/Orsola
Nemi, N. Giannini, Paola Ojetti; fotografia: Aldo Tonti/Domenico Scala; scenografia:
L. Longanesi/Luigi Ricci; musica: Pippo Barzizza; interpreti: Gualtiero Tumiati, Giuseppe Pierozzi, Gino Cervi, Aldo Fiorelli, Lida Baarova, Virgilio Riento, Irma Grammatica, Andrea Checchi, Nuto Navarrini, Tito Schipa, Roldano Lupi, Alfredo Varelli, Guido Barbarisi, Anna Capodaglio, Aldo Grimaldi, Tina Maver, Felice Minotti, Dino Peretti, Fausto Tommei; produzione: Romolo Marcellini per ACI/Serafino Trabaldo Togna per Norditalia; origine: Italia,
1943/1945; formato: 35mm, b/n; durata: 66' (frammento: 34').
Copia 35mm da Cineteca Nazionale.

Il film venne iniziato a Roma da Longanesi nel luglio del 1943 ma fu interrotto dopo l'8 settembre. Ripreso a Torino, sotto il regime della Repubblica Sociale Italiana, fu ultimato da Nino Giannini con nuovi attori e una sceneggiatura in parte riscritta.

«Nel dicembre '43 o gennaio '44, il giovane Trabaldo Togna, erede di una famiglia di industriali e finanzieri biellesi [...] fonda la Norditalia, con capitale 2.000.000 forniti dal padre e si pone subito alla ricerca di un soggetto, guidato da Rino Rolando e Maggiorino Canonica. [...] Trabaldo Togna incontra Piero Rosi, collaboratore fisso di Camillo Mastrocinque in scenografie
ma anche in organizzazioni produttive. Piero Rosi informa dell'esistenza di materiale girato a Roma di 10 minuti di vita. La lettura della sceneggiatura genera subito un notevole interesse, come può facilmente dedursi trattandosi di tre penne d'eccezione, e cioè Leo Longanesi, Ennio Flaiano e Steno, tutti e tre per vari versi in anticipo sui tempi. Determinante risulta infine la visione del materiale girato che consisteva in tre episodi completi più scene della cornice che inquadrava gli episodi stessi. Tratto da un soggetto originale di Longanesi dal titolo La follia di Filippo Catoni, il film narrava gli ultimi minuti di vita degli inquilini di uno stabile che la notte di Natale vengono informati da un anarchico pazzo d'una bomba da lui disposta a minare la casa e quindi tutti legati da un'imminente tragica fine. [...] Decisa l'utilizzazione del materiale disponibile, la ricerca del regista porta a scegliere un vecchio mestierante, onesto e modesto, e cioè Nino Giannini che, dopo un buon lavoro ai tempi del muto ed un impegno nel doppiaggio, era ricomparso per dirigere Se quell'idiota ci pensasse e L'invasore [...]. La lavorazione fu rapida e, iniziata nell'estate, era conclusa già in autunno, poiché a gennaio del '45 Nino Giannini stava già lavorando a Si chiude all'alba [...]. Di certo, il film in 6 episodi è pronto a marzo del '45 ed il 7 aprile esce al Vittoria di Torino con il definitivo titolo Vivere ancora. Annunciato come "un oggetto decisamente insolito nel quale si allacciano vicende ora comiche ora drammatiche... Ossessionante o faceto, rottesco od irreale, un film d'assoluta originalità"».

Lorenzo Ventavoli, Longanesi, Flaiano, Steno...,
«Immagine», n. 37, inverno 1996

 

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