Il martedi dei mille occhi

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Penultima giornata di festival, martedì 17 si apre con tre film di Cottafavi La Fantarca di Vittorio Cottafavi, 1968, 64', Operetta di fantascienza basata sull'orchestrazione di Ramon Vlad: nell'anno 2250 l'universo è diviso in due: da una parte il mondo del rettangolo e dall'altra il mondo del triangolo. Le due parti sono in guerra e a rimetterci sono le popolazioni povere del Sud. Durante una deportazione su Saturno, i due universi danno vita a un'ultima disastrosa battaglia, che porterà alla distruzione del mondo; Quelli della montagna di Aldo Vergano, 1942, 93' e sceneggiatura di Cottafavi: due amici, ufficiali degli alpini, combattono sulle montagne e la profonda lealtà che li lega resiste anche alle avversità della guerra. Il taglio del bosco di Vittorio Cottafavi, 1963, 56' "Le persone sensibili non possono liberarsi del loro dolore comunicandolo agli altri, perché non sono in grado di comunicare: in loro la comunicazione è segreta, il sentimento rimane chiuso nel profondo. Un attore che potesse riuscirci e potesse risultare credibile al fianco di reali boscaioli era Gian Maria Volonté" (V. Cottafavi);Nel pomeriggio invece verranno proiettati due film di Eckart Schmidt che sarà presente in sala Venere. The Long Goodbye 2018, 40' «Venere viene al mondo per amare ed essere amata, ma scopre che l'amore non è un'opzione in un mondo interessato al denaro, allo shopping e al narcisismo. Il film è girato a Trieste, anche se la musica è la stessa in tutta il mondo. Ho cercato di catturare la bellezza di questa città». (E. Schmidt) e Libertà, 2019, 5' «Ho scritto questo manifesto perché mi sembra che per quanto riguarda la libertà artistica stiamo tornando indietro di cinquant'anni. Oggi la mentalità borghese, comune alla sinistra come alla destra, combatte la nudità come se fosse il male assoluto, senza comprenderne la sacralità». (E. Schmidt).A seguire il percorso Castelli di Sabbia presenta Ne gledaj mi u pijat (Quit Staring at My Plate) di Hana Jusic´ 2016, 105': famiglie comuni, in un'epoca di posttransizione in Croazia, risultato delle condizioni sociali ed economiche delperiodo, dove gli uomini ormai servono a poco o a niente. Mezostajun di Ivan Ramljak, 2018, 19', Pronipote dello sperimentalista croato Mihovil Pansini, approfondisce i rapporti spazio-temporali di un paesino mediterraneo (Curzola), dove il ruolo degli spazi pubblici del paese nella vita delle persone varia notevolmente a seconda della stagione dell'anno. Nel tardo pomeriggio sarà poi la volta della masterclass di Franco Piavoli e la proiezione di Affettuosa presenza di Franco Piavoli, 2004, 65' "frutto dell'armonia di due sensibilità artistiche [Piavoli e il poeta Bellintani] estasiate dinnanzi allo spettacolo dell'uomo che, vivendo, ammira e affronta la natura.La serata invece vede un'ampia finestra sui 30 anni di Fuori Orario e per l'occasione sarà ospite a Trieste Enrico Ghezzi che incontrerà il pubblico in sala. Verranno quindi proiettati L'Occhio L'Orecchio La Bocca di Sergio Grmek Germani, 1978, 20' e Pornomi di Enrico Ghezzi, Marco Giusti, Sergio Grmek Germani, 1982, 22'.
La seconda serata invece vedrà il percorso In un baleno. Piccolo omaggio al grande genio di Laurel & Hardy con Noi siamo le colonne di Alfred J. Goulding, 1939, 62' "film sull'educazione e l'importanza della cultura, quasi didattico si potrebbe definire scherzando, A Chump at Oxford  è inoltre il più fine studio compiuto da L&H su loro stessi" e infine Roberto Rossellini: Appunti biografici di Giulio Macchi, 1964, 56'.    

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