Berri Claude

Nato a Parigi nel 1934, ha lavorato fin da giovane nel cinema, dapprima come attore (anche per Claude Autant-Lara): dopo tanti piccoli ruoli, anche in televisone, si segnala nel 1965 quando il suo corto Le poulet è premiato alla Mostra di Venezia e vince un Oscar nel '66. Nel 1967 ottiene un grande successo con Le vieil homme et l'enfant - film che devo molto alla sensibilità del suo amico François Truffaut - interpretato il vecchio ma ancora vigoroso Michel Simon nei panni di un contadino francese che durante la guerra ospita un orfanello senza sapere che è ebreo. Seguono diverse altre pellicole di genere soprattutto brillante, di cui è spesso anche sceneggiatore e interprete, come Sex shop (1972) o Le mâle du siècle (1975). In Tchao Pantin (1983) cambia registro dirigendo il comico-clown Coluche nell'insolito ruolo drammatico di un benzinaio che vendica la morte del figlio adottivo spacciatore di droga. Con budget più ampi si dedica poi a impegnative e ridondanti riduzioni di opere letterarie, snaturando forse la vena più interessante del suo talento: i grandi successi cominciano da Jean de Florette (1986) dal romanzo di Marcel Pagnol con Yves Montand e Gerard Depardieu e il suo seguito Manon des sources, sempre del 1986. Del 1990 è Uranus, che racconta le vendette reciproche degli abitanti di un paesino del nord della Francia liberato dagli alleati dopo lo sbarco in Normandia, mentre nel 1993 esce Germinal, tratto da Zola. È stato anche un importante e fortunato produttore cinematografico: in piena maturità, grazie all'incontro con Leo Castelli, si innamora dell'arte contemporanea diventandone grande collezionista e mentore. Muore a Parigi il 12 gennaio di quest'anno.

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