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Oggi
a I
MILLE OCCHI
il dittico di peplum girati da Antonio
Leonviola
negli stabilimenti triestini di Bruno
Ceria,
tra la Fiera
di Montebello
e le grotte
di Postumia.
Sono Taur
il re della forza bruta
e Le
gladiatrici:
quest'ultima pellicola verrà curiosamente ripresa dal cineasta e
filosofo francese Guy
Debord
nel primo progetto di montaggio del suo epocale La
società dello spettacolo.
Si terrà oggi il primo incontro con Thomas
Jenkoe e
Diane
Sara, la coppia di videomaker francesi della Triptyque Films, il giovanissimo collettivo cinematografico omaggiato dalla XII edizione di I MILLE OCCHI. Si potranno vedere dalle 18.30 i due lavori video di Thomas Jenkoe: il cristologico Une Passion, esorcismo via smartphone di una crisi
esistenziale, e il lungometraggio Maalich, docupoema radicale e
notturno ai margini della Ville Lumière.
Quarto
appuntamento giornaliero per la dodicesima edizione di I
MILLE OCCHI, fino a martedì 17 al Teatro Miela di Trieste.
Dopo la presentazione di domenica dei cortometraggi
più sorprendenti del cinema italiano,
il festival continua sin dalla mattina con due film del francese
Maurice
Cloche,
riservando nel pomeriggio un triplice omaggio alle attrici triestine
Lia
Franca, Laura Solari e
Federica
Ranchi,
che sarà gradita ospite in sala. Prosegue l'incontro con la
Triptyque
Films,
con i due video di Diane
Sara,
e in serata l'anteprima dell'omaggio a Francesco
De Robertis, curato e introdotto da Maurizio
Cabona.
I MILLE OCCHI assegna oggi il premio Anno Uno 2013 al siciliano Franco Maresco, uno dei più grandi cineasti italiani di oggi. Autore di Cinico Tv insieme a Daniele Ciprì, con cui ha lavorato in coppia per quasi vent'anni, Maresco ha poi realizzato in solitaria il documentario Io sono Tony Scott - Come l'Italia fece fuori il più grande clarinettista del jazz, sulla vita e l'opera del musicista italo-americano Tony Scott, al secolo Anthony Joseph Sciacca. Stasera alle ore 21 sarà presente al festival lo stesso Maresco, che racconterà del suo progetto cinematografico dedicato al musicista triestino Lelio Luttazzi e introdurrà alcuni spezzoni dell'inedito Belluscone. Una storia siciliana, insieme a un video esclusivo realizzato in memoria del drammaturgo e attore Franco Scaldati.
Ultimo
appuntamento per la XII edizione di I MILLE OCCHI - Festival
internazionale del cinema e delle arti. Dopo aver visto ieri sera
il sorprendente cappa e spada Le verdi bandiere di Allah,
sceneggiato tra gli altri da Sergio Leone, anche l'ultimo
giorno di festival offre molte rivelazioni, dall'incontro serale con
Franco Maresco, Premio Anno Uno 2013, a quello
pomeridiano con Franco Giraldi, uno dei maggiori registi
western italiani, senz'altro il più fedele all'originale lezione
americana. Maresco introdurrà il suo documentario Io sono Tony
Scott insieme ad alcuni inediti e spezzoni del nuovo
Belluscone. Una storia siciliana, mentre Franco
Giraldi presenterà rispettivamente il primo e l'ultimo western a
cui ha lavorato, Massacro al grande canyon di Sergio
Corbucci e Un minuto per pregare, un istante per morire.
E ancora: un ricordo del critico e narratore triestino Tino
Ranieri, il western "nazista" L'imperatore della California
dell'altoatesino Luis Trenker e un omaggio notturno a Eddie
Romero, cineasta filippino scomparso quest'anno.
Si
è chiusa ieri sera la XII edizione di I
MILLE OCCHI,
svoltasi dal
13 al 17 settembre
al Teatro
Miela
di Trieste.In
occasione dell'assegnazione del Premio
Anno Uno,
Franco Maresco ha presentato il suo documentario Io
sono Tony Scott,
raccontando del suo progetto sul triestino Lelio
Luttazzi
e dei motivi per cui vi ha rinunciato. Il regista ha rivelato altri
aneddoti curiosi con umile autoironia, come l'interesse dell'attore
Gian
Maria Volonté per
le sue prime opere,e
ha proposto in esclusiva alcuni spiazzanti frammenti dell'atteso
Belluscone.
Una storia siciliana.
Aprono le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, su cui riprendiamo l'articolo inaugurale di Sergio M. Germani da Alias (Il manifesto) del 5 ottobre.
Buone Giornate!
di Sergio M. Germani
Da 32 anni le Giornate del cinema muto di Pordenone pongono tutte le manifestazioni di cinema di fronte alla più radicale ucronia: l'epoca del muto, conclusasi "storicamente" tra fine anni '20 e inizio anni '30, ridiventa viva e presente. Poco importa che questa opzione presenti talvolta delle forzature (come l'inclusione di film che oggi ricalcano il muto, spesso solo nella maniera, o il dogma dell'evento musicale come canale verso lo spettacolo fruito al presente).
Il sito di I mille occhi segnala volentieri le manifestazioni e le rassegne meglio convergenti con la nostra. A conclusione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone riprendiamo da Il manifesto l'articolo conclusivo del nostro direttore, completandolo a seguire con la precedente corrispondenza dal festival. Ne risulta un quadro di proposte di programma che lasciano segni importanti e aprono la via a ulteriori scoperte.