2015

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Mobby Jackson

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Mercoledì 23 settembre 2015 ore 14.30, Teatro Miela

Mobby Jackson

di Renato Dall'Ara, 1960

 

Trama e giudizio dalla revisione cinematografica preventiva (6 maggio 1959): «Elementare e generoso, il marinaio Mobby Jackson è uno svagato giramondo che passa da un porto all'altro, da un imbarco all'altro e da un'avventura all'altra con l'estrosa disinvoltura di un acrobata, benvoluto dai compagni e prediletto dalle donne per la sua fondamentale innocenza e spontanea generosità. Ma un giorno in una calle sperduta, Mobby incontra una ragazza semiselvaggia, Esmeralda, che vive con un vecchio zio fissato nella ricerca di un ipotetico tesoro sottomarino, fatta oggetto della corte di un ammiratore sgradevole e petulante. Per sottrarla al suo ambiente, Mobby porta la ragazza con sé in città e, in un secondo tempo, se ne innamora e pensa di sposarla. Perdutosi dietro Esmeralda, Mobby però si trova per la prima volta senza imbarco e anche senza quattrini; deve perciò accettare l'offerta del capitano Flores - che è una specie di capo camorra locale - e

Amore imperiale

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Mercoledì 23 settembre 2015, intorno alle ore 16.00, Teatro Miela

Amore imperiale

di Aleksander Volkov, 1941

«Mi chiamarono, feci un provino con questo Volkoff e conobbi Bilinsky che era uno scenografo, straordinario, famoso per la prima edizione di Tarakanova. Venni in contatto, così, con un altro aspetto del cinema. Un cinema assolutamente serio, autentico, con un copione eccellente e un regista di primissimo ordine. [...] Volkoff, a differenza di un certo nostro modo di far cinema, lasciava le competenze ai competenti, e pretendeva il massimo dai migliori. Intanto fu il primo a girare nel palazzo reale di Caserta. E diede modo a Bilinsky di vestire e orpellare in libertà, facendo splendere il film con climi favolosi. Non c'era il colore, ma da ogni altro punto di vista le immagini di Volkoff e Bilinsky hanno ancora molto da insegnarci».

Claudio Gora in Francesco Savio, Cinecittà anni Trenta. Parlano 116 protagonisti del secondo cinema italiano 1930-1943, a cura di Tullio Kezich, Bulzoni, Roma, 1979


Il mercoledì pomeriggio dei Mille Occhi

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Il pomeriggio dei Mille Occhi continua alle 17.45 con due lavori di Luigi Comencini - il breve Il museo dei sogni (1949) e la sua espansione in lungometraggio La valigia dei sogni (1953). A seguire due corti ben più recenti sull'estinzione del supporto analogico: Due dollari al chilo (2000) di Paolo Lipari e l'anteprima di L'ultimo proiezionista di Vito Palmieri (2015).

Il museo dei sogni

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Mercoledì 23 settembre 2015 alle ore 17.45, Teatro Miela

Il museo dei sogni

di Luigi Comencini, 1949, 11'.

 

«Cortometraggio girato due anni dopo la fondazione della Cineteca Italiana, per mano dello stesso Comencini. Il percorso ci spiega come le pellicole cinematografiche, ormai fuori circuitazione, venivano portate al macero e rigenerate per dar vita a nuovi oggetti. Un destino amarissimo, se pensiamo a quanti capolavori sono andati perduti per sempre, ma anche uno dei primi esempi di riciclaggio di materiale altamente pericoloso, che non sembra interessare il regista, proteso invece sulla necessità incombente di costituire un archivio cinematografico. La Cineteca Italiana di Milano è il frutto di questa instancabile determinazione nella salvaguardia e valorizzazione costante del patrimonio filmico.

La valigia dei sogni

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Mercoledì 23 settembre 2015, ore 17.55, Teatro Miela

La valigia dei sogni

di Luigi Comencini, 1953, 84'.

 

Un film del '53 che contiene parti del cortometraggio Il museo dei sogni, girato dallo stesso regista alcuni anni prima. I film, vera e propria passione del protagonista, diventano il suo problema principale, a causa della loro infiammabilità. Salvate dal macero, e proiettate negli istituti di educazione, le pellicole prendono fuoco e di questo viene accusato proprio lo sfortunato protagonista, Ettore Omeri. Riuscirà a scagionarsi e un ricco benefattore gli darà la possibilità di realizzare la sua grande passione: un museo del Cinema. Molti i riferimenti autobiografici del regista, che nel 1947 a Milano fu il fondatore della Cineteca Italiana. Luigi Comencini è uno dei primi conservatori del patrimonio cinematografico nel nostro Paese. Nelle scene di repertorio appaiono fra gli altri Italia Almirante Manzini, Francesca Bertini, Lyda Borelli, Eleonora Duse, Pina Menichelli, Amleto Novelli e Bartolomeo Pagano.

Due dollari al kilo

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Mercoledì 23 settembre 2015, ore 19.20, Teatro Miela

Due dollari al chilo

di Paolo Lipari, 2000, 18'.

Non lontano dall'intento di Luigi Comencini con il suo Museo dei sogni, questo documentario ci fa scoprire il destino riservato alle pellicole cinematografiche Kodak smaltite in uno stabilimento in Liguria. Ed ecco che un film campione d'incassi al botteghino, richiesto per mesi in tutte le sale del mondo, dopo poco torna a diventare un comune oggetto, condotto al macero al prezzo appunto di due dollari al chilo. Diversi gli omaggi a Il museo dei sogni, di cui contiene alcune scene.

 

Un viaggio inconsueto, un sopralluogo nei maceri delle pellicole in cui la creatività, l'arte e i sogni si misurano a chili e dove i film muoiono. Il racconto di un processo di distruzione in grado di eliminare 800 pellicole al giorno, 250.000 all'anno, il cui valore si riduce a "due dollari al chilo". Dunque, 40 dollari per un film, per due ore di cinema che magari hanno cambiato la nostra vita.

L'ultimo proiezionista

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Mercoledì 23 settembre 2015, alle ore 19.40, Teatro Miela

L'ultimo proiezionista

di Vito Palmieri, 2015, 12'.

Dal 2014 i film non sono più distribuiti in pellicola. Paolo Romagnoli è stato un proiezionista e la sua vita passata nella cabina di proiezione diventa un documentario. Negli ultimi anni, sull'onda di una nostalgia già postmoderna, molti sono gli articoli scritti sulla scomparsa della pellicola e sui proiezionisti, queste figure viste quasi come artigiani di bottega, artefici ultimi della magia del cinema. Con questo film si è voluto documentare un mondo che si chiude, che muta forma sotto i nostri occhi, affascinante, sempre vissuto in penombra, diventato il simbolo di un'epoca che tramonta.

A Vida Invisível

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Mercoledì 23 settembre 2015, ore 20.45, Teatro Miela

A Vida Invisível

di Vítor Gonçalves, 2013, 103'.

 

«È un film sulla coscienza dell'eroe, una sorta di avventura interiore, e nel processo del suo sviluppo ho dovuto aprire anche me stesso all'ignoto. Non avevo tutte le risposte, ma sapevo di non voler imporre alla storia delle idee preconcette. [...] La chiave, per me, era quella di rendere possibile il cambiamento per il personaggio principale, così da creare una progressione drammatica, realizzabile solo quando Hugo fosse diventato capace di modificare il suo rapporto con il tempo. Avrebbe scoperto una nuova prospettiva di vita non appena si fosse reso conto che il tempo non si stava chiudendo su di lui. La vera sfida consisteva nel trovare un modo di mostrare tutto questo. [...] Il mio compositore, Sinan Savaskan, aveva quest'idea di una nota senza fine, una nota sempre gravida di una qualche possibilità. [...] In A Vida Invisível, per la maggior parte del film, l'eroe è

Fiamme sul mare

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Mercoledì 23 settembre 2015, ore 22.30, Teatro Miela

Fiamme sul mare

di Michal Waszynski e Vittorio Cottafavi, 1947, 77'.

Dopo anni di equivoci e interrogativi, il mistero che circonda le tre regie italiane di Michał Waszyn´ski inizia finalmente a sciogliersi. Lo sconosciuto di San Marino, che si conferma senz'altro come il titolo più personale, ha ormai goduto di una prima rivalutazione fra i cinefili di stretta osservanza, che lo risarcisce almeno in parte dell'accoglienza disastrosa che censura e critica gli tributarono all'epoca. Come ci conferma la testimonianza dell'assistente Giorgio Capitani, Lo sconosciuto nacque da una co-regia fra Waszyn´ski e Cottafavi, che attraversarono insieme una lavorazione tutt'altro che facile, segnata da occasionali contrasti creativi, ma anche da interruzioni e problemi di budget. Resta invece ancora tutto da verificare il regime di (eventuale) collaborazione che legò i due registi per La grande strada e Fiamme sul mare.

Premio Anno uno 2015 a Vítor Gonçalves

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Questa sera alle ore 20.45 al Teatro Miela

Consegna del Premio Anno Uno a Vitor Gonçalves per il suo ultimo lungometraggio A Vida Invisível. A seguire, la proiezione del film.

Riportiamo la motivazione del premio da parte del direttore dei Mille Occhi Sergio M. Germani.

«Isabel!» chiama la voce maschile dal fuori campo nell'incipit di Uma Raparíga no Verão, e Isabel Galhardo, sublime presenza di quell'unico film, ci rivolge lo sguardo. Poco dopo la voce paterna ripete il vocativo senza che lei appaia. Già questa "rima" incompiuta rende l'opera d'esordio quintessenza del cinema. Il così spesso negato bisogno di presenza (dalla morte, dal potere sociale, da un impossibile amore) accomuna intimamente la vita e il cinema, che talvolta può opporvisi (Dreyer, Wysbar...). Solo gli stolti possono sorprendersi che Gonçalves non abbia girato altri film (a parte il mediometraggio Meia Noite di cui fu insoddisfatto) dopo tale trasparenza assoluta sul cinema. Ma 27 anni dopo egli realizza A Vida Invisível il cui titolo stesso contiene tutto il registro del cinema. E gli stolti ritornano aspettandosi forse un clone del primo film. Anche qui c'è

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