L’ombra

Regista - Director: 
Anno - Year: 
1954
Soggetto - story: dalla commedia di Dario Niccodemi; sceneggiatura - screenwriters: Fede Arnaud, G. Bianchi; fotografia - cinematography: Tonino Delli Colli; montaggio - editing: Adriana Novelli; scenografia - set design: Veniero Colasanti; musica - music: Carlo Rustichelli; interpreti - cast: Marta Toren, Pierre Cressoy, Gianna Maria Canale, Paolo Stoppa, Emma Baron, Filippo Scelzo, Augusto Pennella, Renato Navarrini, Carlo Ma­riotti; produzione - production: Roberto Capitani e Luigi Mondello per Edo Film; origine - origin: Italia, 1954; formato - format: 35mm, b/n; durata - length: 104’.
Copia 35mm restauro (in anteprima) del­la Cineteca Nazionale.

Incoraggiando questo restauro inseguivamo un film raro, pura ombra di altre grandezze, come rivelava il casting congiunto di Marta Toren e Gianna Maria Canale. Potendolo ora vedere ne riceviamo un dono più grande di quello atteso. Giorgio Bianchi si rivela geniale demiurgo dei registi italiani del sublime, da Genina a Cottafavi a Freda, e non solo quel regista di commedie di cui si conosceva la felice leggerezza. Tratto da un testo di Dario Niccodemi, di cui Bianchi ha messo in cinema tutti e quattro i titoli maggiori, smentisce la puzza al naso con cui in Italia si cancellano glorie presuntamente datate, mentre in Francia Resnais si ispira a Bernstein, e Lourcelles riscopre Yves Mirande, i due autori (con Henry Bataille) paralleli a Niccodemi (che a teatro mise in scena Pirandello e diresse lungamente Vera Vergani). Ma il film va oltre l’intreccio felicemente congegnato a teatro: diventa un duetto di corpi femminili che si scambiano felicità e destini maledetti (come quelli che in vita subirono le due splendide attrici). E se Paolo Stoppa aggiunge uno dei suoi ruoli più felici (per un film che si apre con un ballo previscontiano), il fuori campo in cui resta nel finale la deuteragonista si unisce al nuovo ruolo ritrovato in campo dalla protagonista, per una reinvenzione del montaggio griffithiano che capisce tutto del rapporto tra la vita e la morte. (s.g.g.)

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