Non c’è amore più grande

Regista - Director: 
Anno - Year: 
1955
Soggetto - story: Luigi Angelo Giunta; sceneggiatura - screenwriters: Alessan­dro De Stefani, Carlo Musso, Luciana Peverelli; fotografia - cinematography: Mario Bava; montaggio - editing: Adriana Novelli; scenografia - set design: Piero Filippone;
musica - music:
Roman Vlad; interpreti - cast: Franco Interlenghi, Antonella Lualdi (voce Lidia Simoneschi), Luciana Angiolillo, Gino Cervi, Arnoldo Foà, Te­resa Pellati, Massimo Kurz, Mario Caro­tenuto, Annibale Ninchi, Guido Celano, Anita Donà, Amedeo Trilli, Paolo Poli, Vera Poli; produzione - production: Roberto Dandi per Serena Film; origine - origine: Italia, 1955; formato - format: 35mm, b/n; durata - length: 91’.
Copia 35mm della Cineteca Griffith.

«Quando un film cosiddetto “fumettistico” ha il contenuto pudore di quest’opera di Giorgio Bianchi, ci si può trovare senz’altro benevolmente disposti. Bianchi imposta il problema del valore della maternità spirituale attraverso il dramma di una giovane sposa che, non potendo a causa di una caduta avere più figli e temendo che ciò le possa costare l’amore del marito, non esita a denunciare per proprio un bimbo nato da una misera donna convivente con un pregiudicato. Costui, però, incomincia a ricattare la donna, minacciandola di rivelare tutto al marito qualora non sborsi somme sempre più considerevoli. La situazione precipita naturalmente nella drammatica rivelazione del retroscena (con ovvie complicazioni giudiziarie) e nell’ottimistico scioglimento che vede il marito, dapprima spiacevolmente sconvolto, giustificare il comportamento della moglie e correre ad abbracciarla all’uscita del carcere. Ci sono, come si vede, tutti gli ingredienti dei film che chiedono agli occhi delle spettatrici il conforto, facile a spremersi, delle loro lacrime. Non per nulla tra gli sceneggiatori troviamo schierata Luciana Peve­relli [popolare autrice di romanzi rosa e fotoromanzi]. Ma Bianchi ha saputo non eccedere e mantenere la vicenda, tranne che nel finale, in una atmosfera gentilmente romantica che, tutto sommato, può non dispiacere. Merito anche dell’interpretazione di Franco Interlenghi e Antonella Lualdi, la coppia succeduta alla Chiari-Bosè nel ruolo di “fidanzati numero uno” del cinema italiano. So­prattutto brava la Lualdi, una sensibile attrice da cui è lecito attendersi prove sempre migliori, e il piccolo M. Kurz».
Vice, «Il Resto del Carlino»,
4 settembre 1955

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