2021
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A cura di Olaf Möller
Katrina
Daschner (1973), nata ad Amburgo (Germania) e residente a Vienna (Austria), è
una performance artist, fotografa e regista queer. Le sue opere sono radicate
in un immaginario surrealista in cui Barocco e Camp, Arthur Schnitzler e il
burlesque si fondono in modi ingegnosi. I suoi primi lavori, come Gefüllte Gans (1998) o Tanz 2000 (2000), sono caratterizzati da
una cruda immediatezza - gesti punk in cui il sesso e la cucina si trasformano
in un unico atto di schietta grazia - e modi totalmente sconcertanti dal punto
di vista del costume. Con il suo trittico Nouvelle
Burlesque Brutal (2011) e il ciclo Hiding
in the Light (2021), Daschner si imbarca verso le sponde più lontane dello
stile e della stilizzazione, dove sempre nuove fantasie erotiche sporche e
cattive trasformano paesaggi di desiderio carnale con creature oscure. Negandosi all'uso del linguaggio, quella di
Daschner è un'arte di immagini e suoni nella sua forma più pura e sensuale,
tattile, seducente, allettante - che sfida le nozioni preconcette di genere e
potere.
A cura di Dario Stefanoni
La riscoperta di uno degli scrittori più originali e dimenticati del '900 italiano, l'umorista Anton Germano Rossi (1899-1948), dai pionieristici trascorsi futuristi e - negli anni '30 - tra le penne più geniali e stoicamente irriverenti del Marc'Aurelio. Contraddistinto da una personalissima poetica dell'assurdo, avvicinabile per eccentricità ad altri singolari tiratori franchi d'inizio secolo quali Achille Campanile e Henri Michaux, Rossi fu l'eminenza grigia e il maestro occulto di molte delle riviste umoristiche dell'epoca, riferimento ineludibile di futuri sceneggiatori e cineasti (da Vittorio Metz ad Aldo Fabrizi, dall'ammiratore Zavattini al giovane Fellini), poi apprezzato e riscoperto da fini intellettuali come Guido Ceronetti e Oreste del Buono. Acclamato inventore della forma letteraria delle "contronovelle", brevi e fulminanti dialoghi d'humour nero, col suo umorismo violento e antifrastico A. G. Rossi si rivela oggi una voce d'obliqua dissidenza, che tematizzava in testi d'esasperato e cordiale nonsense il pervasivo squadrismo del pensiero e la meccanicità pavloviana di masse succubi, sadiche e felicemente complici d'atrocità e discriminazioni. Di A.G. Rossi si vedrà l'unica copia superstite, lacunosa e
I Mille Occhi si aprono già nella mattina
di martedì 22 marzo nella meravigliosa sala del Cinema Ariston!
Appuntamento dalle 9.30 con la sezione Questi
fantasmi: inediti e incompiuti di Giulio Questi, scrittore e partigiano tra i
grandi eccentrici del cinema italiano, di cui si presenta in prima mondiale Fiore
& Pauline - Cortina 2007. Alle 10.30 inizia
l'omaggio al Premio Anno Uno
Danièle Huillet e Jean-Marie Straub a
cui segue alle 11.30 The
Sky Over Kibeira di Marco Martinelli del Teatro delle Albe,
che apre il percorso dantesco nell'occasione dei settecento anni dalla morte
di Dante. Il
pomeriggio dei Mille Occhi inizia alle 15 con
l'omaggio al dimenticato Anton Germano Rossi, eminenza grigia e maestro occulto di molte delle riviste
umoristiche degli anni 30, riferimento ineludibile di futuri sceneggiatori. Il
remake realizzato dal triestino Giacomo Gentilomo con Peppino
de Filippo, Biancaneve e i sette ladri sarà seguito dalla rara
serie di minimetraggi-quiz prodotti dalla Incom Vista la svista?, con
due episodi da A.G. Rossi e ispirata da un'idea di cinegiornale umoristico
originariamente di Zavattini. Ogni programma dedicato all'autore sarà aperto e
chiuso da video-letture di contronovelle, genere inventato da
Rossi, recitate appositamente per
Inaugurazione
serale oggi alle 20,30
al Cinema Ariston
con la proiezione del film Venga
a prendere il caffè da noi di
Alberto
Lattuada con
Ugo
Tognazzi,
restaurato da CSC
- Cineteca Nazionale, in collaborazione con Minerva Pictures Group,
nell'omaggio del festival al centenario della nascita dell'attore
cremonese.
In questo film il regista
incontra l'elegante ironia dello scrittore Piero Chiara e del suo
romanzo La
spartizione
mentre
Ugo Tognazzi,
impersonando
un funzionario dell'agenzia delle entrate, è
capace di interpretare magistralmente le atmosfere decadenti della
piccola borghesia italiana Il
film fa parte del tributo ad Alberto Lattuada, cineasta che va oggi riscoperto più che mai: solo la recente
retrospettiva di Locarno, curata da Roberto Turigliatto, ha saputo
offrire uno sguardo complessivo sul regista che seppero amare critici
originali come Giuseppe Turroni e Callisto Cosulich. Sergio M. Grmek
Germani prova a seguire alcuni percorsi particolarmente appassionanti
nella sua opera, incrociando il primo e l'ultimo film, la sua eterna
fanciullezza con la sua forza di maestro dei giovani di ogni
generazione. E il titolo del suo film con Tognazzi potè essere
riscritto sui muri dello Psichiatrico
di Basaglia in un "Venga a prendere l'elettroshock da noi".
Il mercoledì 23 marzo alle ore 17 al Cinema
Ariston e il venerdì 25 alle ore 15 al Teatro Miela si
svolgeranno a Trieste i due eventi dell'omaggio a Tino Ranieri,
nell'ambito della XX edizione del Festival internazionale del cinema e delle
arti "I Mille Occhi", ai quali si è voluto dare l'evocativo titolo suggerito
da Umberto Saba a Pier Antonio Quarantotti Gambini, a sottolineare la rete di
intrecci culturali che l'attività di Ranieri coinvolge. L'iniziativa si avvale
della prestigiosa media partnership della Sede Regionale RAI del Friuli
Venezia Giulia. A cura di Sergio Crechici, Sergio M. Grmek Germani e Mila
Lazić vengono riunite per la prima
volta le due opere da autore cinetelevisivo di Tino Ranieri, acuto
critico cinematografico che iniziò la propria attività professionale ai
programmi radiofonici della sede Rai Trieste, che a Trieste tenne per primo un
libero corso di Storia del cinema all'Università degli Studi e che
trasferendosi professionalmente a Milano mantenne sempre un forte legame con la
città d'origine, dove ispirò anche la nascita del primo Festival di
fantascienza. Se
l'attività da critico di Ranieri è universalmente stimata (e come dimenticare
chi scrisse anche il primo libro su
Questa
sera, mercoledì 23 alle ore 21, ospite
dei Mille Occhi il
regista
Marco
Martinelli
che dialogherà con il direttore del festival e introdurrà la
proiezione dei suoi due film
Ulisse
XXVI e Fedeli d'amore. In
occasione dei settecento anni dalla morte di Dante,
un
omaggio (messo in onda da Fuori Orario nella notte del 25 marzo) al
lavoro cinematografico sul sommo poeta di Marco
Martinelli e Ermanna Montanari del
Teatro
delle Albe,
tra le maggiori realtà di
ricerca teatrale italiana.
L'omaggio a questi due grandi sperimentatori del teatro italiano è
organizzato in collaborazione con Fuori Orario e Filmmaker Festival
di Milano. "Dante
sa immaginare come nessun altro, ma le sue visioni prendono origine
dall'attenzione al reale. Il reale è il primo gradino» dice
Martinelli. Attorno a Dante Martinelli, regista, drammaturgo, "poeta
di compagnia" e fondatore, con Ermanna Montanari, del Teatro delle
Albe, ha costruito buona parte del suo percorso cinematografico: tre
dei cinque progetti finora realizzati in poco più di quattro anni
hanno a che fare con il padre della lingua.
The sky over Kibera
è la "messa in vita" della Divina Commedia nell'immenso slum
di Nairobi, Ulisse
XXVI
l'apparire della voce di un'anima consumata dal fuoco - ciò
che vediamo è il mormorio di una fiamma che si mostra mentre
Continua
l'omaggio a Tognazzi
nei cento anni dalla nascita: in chiusura di questo mercoledì dei
Mille Occhi la proiezione del film I
viaggiatori della sera,
inserito
nel percorso dedicato a
Ornella Vanoni.
La cantante da' una delle sue principali prove d'attrice in uno dei
migliori film di Ugo
Tognazzi regista,
parabola disperata e politica sul consumo e sulla vecchiaia.
Appuntamento alle ore
23 in
sala al Cinema
Ariston.
Seconda
serata inaugurale per I
MILLE OCCHI oggi giovedi 24 marzo alle
ore
21
al Teatro
Miela
con un evento imperdibile:la
proiezione in anteprima
mondiale su
copia 35mm
del primo
lungometraggio
integralmente girato a Trieste. Si
vedrà, infatti, dopo 80 anni il film La
statua vivente di
Camillo
Mastrocinque,
subito sparito dopo l'uscita nel 1943,
ritrovato
in copia 16mm
in
Argentina dalla Cineteca
del Friuli
che
ha
poi proceduto
al restauro digitale con il sostegno di
MIC,
Regione FVG e Fondazione Friuli. Il
film vede come protagonista femminile l'affascinante attrice
triestina Laura
Solari
circondata
dal paesaggio triestino con il porto vecchio, il suo mare e scorci di
città. Nel film appare anche il famosisimo Angelo
Cecchelin il
più importante attore del teatro comico triestino. La
fotografia di Aldo Tonti, come nel molto più noto Ossessione
di
Visconti, è un vero prodigio, ed ecco perché il film lo presenta al
festival
Dante
Spinotti, direttore
della fotografia e Presidente onorario della Cineteca del Friuli, con
una testimonianza video sull'ammirato maestro. La proiezione sarà
preceduta anche da un breve backstage di Tullio Mainardi girato
all'epoca sul set triestino della Sacchetta.
Ecco
il programma della 3° giornata, vi aspettiamo al Teatro Miela di
Trieste dalle 9.30 con il programma dedicato a Dante Detour -
deviazione per l'inferno.
24
marzo, Teatro Miela
9.30
Dante
detour - deviazione per l'inferno
Il
conte Ugolino (1949; 86') di Riccardo Freda
+
Il
conte Ugolino (195.?; 20') cortometraggio
amatoriale didattico di Walter Faglioni
11.30
Premio
Anno Uno a Danièle Huillet e Jean-Marie Straub
Un
conte de Michel de Montaigne
(2012; 34')
Corneille-Brecht
ou Rome, l'unique objet de mon ressentiment
(2010; 27')