2014
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Già
dalla mattina
di domenica,
alle ore
9.15,
si potranno recuperare altri due film segreti del percorso Ti
ritroverò. Trieste cuore di tenebra,
entrambi ambientati durante il primo conflitto mondiale:
si
tratta di Trieste
cantico d'amore (1954)
di Max Calandri, dramma storico sentimentale con Vera
Carmi,
e l'ancor meno visto La
campana di San Giusto (1954),
realizzati dalla coppia di cineasti e umoristi Amendola e Mac (nomi
d'arte di Mario Amendola e Ruggero Maccari). La doppia proiezione
sarà seguita da un incontro con il genovese Maurizio
Cabona,
saggista, critico cinematografico e inviato di politica
internazionale de Il
Giornale,
mentre la mattina si chiuderà con un secondo incontro, in compagnia
del critico e storico del costume Franco
Grattarola,
autore insieme ad Andrea Napoli del volume enciclopedico sull'hard
italiano di recente uscita, Luce
rossa. La nascita e le prime fasi del cinema pornografico in Italia,
di cui si parlerà in sua
Tra le presenze femminili d'eccezione
della XIII edizione del festival I 1000(o)cchi c'è Deborah De
Robertis, giovane artista lussemburghese che ha dato scandalo con
la performance in cui ripropone la sua versione
del dipinto L'origine du Monde
di Gustave
Courbet, appena prima di venire
fermata dalla polizia al Musée d'Orsay. Il video, proposto in
anteprima assoluta su schermo, verrà proiettato alla
presenza dell'autrice lunedì
15 settembre alle 20.30.
Quando abbiamo
letto frettolose cronache e solitamente inaffidabili echi online
sulla sua performance sotto il dipinto di Courbet, ci è sembrata
subito una realizzazione fuori dell'ordinario, e secondo
l'abitudine di non accontentarci delle chiavi di lettura più ovvie
(«provocazione», «esibizionismo» e affini) abbiamo cercato di
vederne il video, e vi abbiamo colto un'intensità vera: non solo
l'artista aveva avuto il coraggio di dire implicitamente «l'origine
du monde c'est moi» (gesto che davvero ogni corpo femminile reale
pretenderebbe) ma in quella spalancatura realizzava un approdo
inverso alla secolare vicenda della pittura, in cui i corpi
"preesistenti"
I
Mille Occhi - Festival internazionale del cinema e delle arti
assegna questa sera
alle ore
20.30
il Premio
Anno Uno 2014 al
cineasta Tariq
Teguia. La
premiazione sarà seguita dalla proiezione del suo ultimo Thwara
Zanj,
un film che insegue l'anarchia della recente Primavera
Araba
ibridando fiction, documentario e ricognizione storica, e
riconoscendo proprio nella Storia del mondo arabo una culla delle
rivoluzioni a venire, vicina alle altre rivolte che infuocano il
presente. Ma ancora prima della serata di chiusura, anche l'ultima
giornata offre nella mattina e nel pomeriggio un fertile assortimento
di film e incontri, in particolare sotto il segno della Titanus,
come conferma, alle ore
9.15,
il primo spettacolo del giorno - Romolo
e Remo (1961)
di Sergio
Corbucci.
Film
mitologico dall'impianto western, il peplum di Corbucci è non a caso
servito all'aiuto regia e alla seconda troupe che, da cineasti,
diverranno fedeli al secondo di questi due generi (Sergio
Leone
e Franco
Giraldi,
già omaggiato
I
Mille Occhi - Festival internazionale del cinema e delle arti
assegna questa sera alle ore 20.30 il Premio Anno uno 2014 al
cineasta Tariq Teguia. Il premio, conferito a un cineasta del nostro
tempo per un particolare valore d'indispensabilità attribuito dal
festival alla sua ultima opera, va a omaggiare quei cineasti del
presente capaci di rivelare con la propria opera le criticità del
reale, in accordo con la vocazione rosselliniana dei Mille Occhi e
dell'associazione da cui è indetto, che ricordiamo intitolata al
film Anno uno (1974) di Roberto Rossellini. «Già
rivelatosi con alcuni cortometraggi e due lungometraggi, Tariq Teguia
compie in Thwara Zanj un
rafforzamento ulteriore del suo cinema, ponendosi tra gli autori che
più liberamente pensano con il cinema l'intera vicenda umana.
Bisogna rievocare l'egiziano Shadi Abdel Salam di Al-momia per
trovare un film così intimamente connesso con la lezione di
Rossellini. La scena in cui si indicano tutte le direzioni
geografiche e si nominano molteplici luoghi proviene dal
disorientamento ebbro del finale di Francesco
giullare di Dio. È questo
letterale dis-orientamento ad abbracciare in un ritorno non
ideologico l'anarchia, nominata in più lingue, e che nella scena
della danza diviene racconto d'amore.» Sergio
M. Germani
I Mille occhi si chiudono con l'intenso incontro che ha visto protagonisti il Premio Anno unoTariq Teguia e il numeroso e appassionato pubblico di martedì sera. Il direttore Sergio M.Germani, sottolineando come ci sia nella volontà del festival il desiderio di evidenziare accostamenti tra film del passato e il cinema di oggi, ha citato la vicinanza tra il premiatoThwara Zanj e A Question of People di Rossellini, come due film capaci di intrecciarsi liberamente a distanza di tempo dando entrambi la sensazione di come "la storia sia un luogo di direzioni assolutamente impreviste".
A questo riguardo Teguia ha ricordato come in Italia i suoi film siano stati da subito particolarmente apprezzati. "Sicuramente nel mio cinema una fonte di ispirazione sono i grandi registi italiani, come Rossellini e il cinema degli spazi di Antonioni" ha dichiarato "La verità è che le culture sono diverse, ma il cinema le può unire tutte". Dopo Trieste il regista proseguirà il suo tour di presentazione del film in altre città italiane, tra cui Milano, Torino e Roma. "Abbiamo pensato di provare a scardinare le regole del gioco cinematografico e di attraversare il paese con un film che racconti le rivolte che negli ultimi anni sono esplose
Non abbiamo che potuto aderire alla
campagna che archivi, storici e appassionati di cinema di tutto il
mondo rivolgono a sostegno di Naum Kleiman e del SUO museo del cinema
di Mosca. Privare le istituzioni di qualcuno che le ha create e fatte
crescere nell'indipendenza e nella passione è la forma più stupida
di demolizione dei pochi segni di vera cultura che ci
rimangono.
Segue la lettera inviata al British Film Institute e
alla sua rivista "Sight and Sound".
Dear colleagues,
the international arts&film festival "I mille occhi"
in Trieste (Italy) wants to add his support to Naum Kleiman and his
staff. We know how it is important that one of the greatest film
scholars and passionate professionals in the field of film researches
and archives, can continue his work in the interest of all people
who admire the history of Russian and Soviet cinema.
Sergio M. Germani
festival director
Nell'attesa
di informazioni più dettagliate, informiamo che la quattordicesima
edizione del festival si aprirà al Teatro Miela il venerdì 18
settembre 2015; l'anteprima romana e il numero di giorni, e quindi la
data finale (23 o 24?) vanno precisati in relazione alla tirannia del
budget. Saranno a breve precisati anche l'icona e il titolo
dell'edizione. Per l'occasione, in attesa di mettere sul sito anche
altri documenti video della passata edizione, mettiamo in calce il
video dell'incontro con Deborah De Robertis dopo la proiezione del
suo film in apertura alla serata del 15 settembre.
A Trieste Piero Del Giudice ha realizzato al Magazzino delle idee (da cui poi migrerà a Trento) una mostra con bellissimo libro-catalogo, che sono tra le iniziative meno di circostanza tra quelle legate all'anniversario. I mille occhi vi hanno subito riconosciuto una convergenza essenziale con gli sguardi che come festival rivolgiamo da tempo a quell'evento e al suo prolungarsi sul secolo. Sergio M. Germani ne ha scritto con entusiasmo sull'Alias uscito con Il manifesto del 10 gennaio (vedi word dell'articolo in allegato), e il curatore l'ha ora invitato all'incontro che presenta il volume negli spazi dell'esposizione. Siamo lieti di quest'iniziativa in sinergia, che consentirà di meglio precisare il fondamentale apporto del cinema negli sguardi sulle vicende storiche.