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Un'edizione, la XIX di I Mille Occhi - Festival internazionale del cinema e delle arti (da Trieste a Fuori orario, 18-22 settembre 2020), diretta da Sergio M. Grmek Germani con una rete di collaboratori, che risponde alle difficoltà di tutti in questo momento, e alle nostre in particolare, con la proposta inedita di una manifestazione capace di rendere compresenti il momento fisico dell'evento e quello incorporeo degli universi digitali. La formula digitale che più ci ha attratto è quella del "digitale terrestre" della trasmissione televisiva "in chiaro", e con il programma d'avanguardia di RAI3 con cui da sempre collaboriamo, "Fuori orario - Cose (mai) viste", si è realizzato stavolta l'esperimento di un festival di cinema in televisione, capace di raggiungere i pubblici più lontani a partire dall'ideazione da Trieste dell'Associazione Anno uno che si muove verso il ventesimo appuntamento del prossimo anno.

Ma la base triestina da cui si parte rimane ben presente nel programma anche con la realizzazione delle due giornate conclusive in tre sale cittadine, che collaborano alla realizzazione del festival attraverso il progetto-perno della Casa del Cinema di Trieste di cui siamo membri fondatori con le maggiori fucine di cinema del territorio. Le sale coinvolte sono quella a cielo aperto di Piazza Verdi, all'interno della manifestazione di tarda estate voluta dal Comune di Trieste, nonché i due cinematografi già frequentati nelle passate edizioni del festival: il Teatro Miela e il Cinema Ariston.

Tutte le proiezioni, sia quelle digitali-terrestri che quelle in sala, sono a ingresso libero, nel secondo caso con le ovvie precauzioni di accesso richieste in questo momento.

I Mille Occhi propongono come icona di questa XIX edizione la mitica Musidora, attrice di Les vampires di Feuillade che qui ci appare, in un glamour solo apparentemente dimesso e quotidiano, tra un moltiplicarsi di immagini di sè e di altre presenze, a sottolineare quella molteplicità che per I Mille Occhi è costitutiva dell'universo delle immagini. E anche stavolta c'è un titolo di edizione dai molteplici rimandi, Il prurito, che si riferisce innanzitutto a un film perduto (unica regia dello scrittore Carlo Levi prodotta da Marco Ferreri) proponendo a tutti i compagni d'avventura del festival la sfida a ritrovarlo. Perché tra i troppi film smarriti del patrimonio cinematografico siamo fiduciosi nella possibilità di moltiplicare i ritrovamenti, con la sinergia degli archivi e dei collezionisti con cui collaboriamo, e con l'auspicio di un ruolo più attivo dell'intervento pubblico.

Nel programma di quest'anno diamo alcuni esempi concreti di ritrovamenti di film dati per perduti, come il capolavoro di Vittorio Cottafavi Incontro con il padre (in programma la notte di sabato) e il film di Ellis Donda Altre epifanie, affascinante reinvenzione della vicenda di Joyce che nell'opera del regista friulano si unisce in un dittico con il sio film ispirato a Rilke. Le proiezioni delle opere di Ellis Donda avverranno in Piazza Verdi a Trieste lunedì 21 settembre alla presenza del regista, dell'attrice e cosceneggiatrice Luciana Sacchetti e dei curatori Cecilia Ermini e Stefano Miraglia.

Oltre ai ritrovamenti di film perduti il festival offre opere di ogni epoca nella convinzione che oggi trovino una nuova, più viva sensibilità nel pubblico. Le tre notti realizzate con Fuori orario si aprono col film di Eric Rohmer più maledetto, rifiutato dai "pruriti" del politicamente corretto, Triple agent, che solo il festival di Berlino volle accogliere.

La prima notte prosegue con una delle opere più sorprendenti di Raffaello Matarazzo, L'intrusa, mentre la seconda notte è imperniata sulla rinascimentale creatività di Vittorio Cottafavi, che ha attraversato la penisola dalle Langhe alla Carnia alla Maremma e verso i paesaggi marini.

La terza notte si abbandona agli incroci tra comico e tragico di cui sono percorsi i film di Leo McCarey, e della coppia comica che egli ha creato, Stan Laurel e Oliver Hardy, dei quali il festival vuole offrire al godimento anche le variazioni dei doppiatori italiani.

Martedì pomeriggio al Teatro Miela si vedrà un film di inventivo divertimento, Mary Poppins prodotto da Walt Disney, sul quale la versione italiana ha reinventato la stessa parte musicale.

La gaia scienza di uno spettatore curioso è quella cui si rivolgono I Mille Occhi, sollecitando l'abbandono creativo alle scoperte che il programma propone. I momenti di conversazione e approfondimento, come le presentazioni di alcuni libri che rivelano aspetti inediti del cinema, entrano nel programma intersecandosi con un viaggio a 360 gradi nel cinema.

Che il festival sia divenuto in questi primi 19 anni una fucina capace di coinvolgere appassionati dall'Italia e dal mondo, lo sintetizza emblematicamente la serata di martedì 22 al Teatro Miela, che offre un film prodotto dal festival stesso nell'ambito del progetto SOS Stanlio e Ollio, di riscoperta delle colonne italiane con voci memorabili come quella di Alberto Sordi, seguito da un film girato a Trieste durante la precedente edizione dal regista tedesco Eckhart Schmidt: il suo Solitudine donna cala le muse delle sue attrici negli sguardi aperti sul mare che lo spettatore ritroverà all'uscita dalla sala.        

 


Tutte le proiezioni e gli incontri sono a ingresso libero.

 

In caso di maltempo la serata di lunedì 21 settembre si sposterà da Piazza Verdi al Cinema Ariston

 

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I MILLE OCCHI FESTIVAL_PRESENTAZIONE XIX EDIZIONE130.98 KB

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